Recensione: "Il Cacciatore di Ombre" di Eleonora Rossetti

Recensione: "Il Cacciatore di Ombre" di Eleonora Rossetti
Buon venerdì, Petrichors!
Oggi vi parlo della mia più recente lettura, il libro di Eleonora Rossetti che ho preso giusto un anno fa allo stand de La Corte Editore ad Una Marina di Libri, edizione 2016. Hai letto il libro dopo un anno? Eh sì, ho una TBR impazzita, lo sapete.
Lasciate che vi presenti un fantasy dark scritto da un’italiana e con una trama davvero interessante.

Titolo: Il Cacciatore di Ombre
Autore: Eleonora Rossetti
Casa editrice: La Corte Editore
Lingua: Italiano
Genere: Adult Dark Fantasy
Goodreads – Amazon

“Valderic Chaine è uno shad’real. Per tutta la vita è stato addestrato a scovare e uccidere gli shade: creature invisibili che vivono nelle tenebre, parassiti degli esseri umani di cui consumano le energie fino a causarne la malattia e anche la morte. Lo fa servendosi di luci, quarzi riflettenti e del suo bizzarro potere di “udire le ombre”, un talento che lo accompagna dalla nascita, dono e maledizione al tempo stesso. Così quando scopre che sta per sorgere un Pozzo – un nido di shade dalla cui prolificazione si scatena, a ogni eclisse, una vera e propria ondata di pestilenza – sa che ha le ore contate per evitare un autentico sterminio.
Oltre al supporto di Edmon e Larius, altri due cacciatori, potrà contare soltanto sull’aiuto insperato di Norbert, un ragazzino fuggito dalla schiavitù, e di Calysse Malayne, la giovane Reggente di Anthris e sorella di Norbert. Ma nessun altro. Perché essere uno shad’real significa, molto spesso, doversi lasciare alle spalle una scia di cadaveri, attirando su di sé un altro mortale avversario: l’uomo…
” 

 

 

Voi avete così tanta paura di noi shad’real, più di quanta dovreste averne per gli shade… è assurdo, ma lo capisco, sai? Chaine diceva che è più facile odiare ciò che vedi, che è più immediato combattere chi puoi uccidere con le tue stesse mani.

Il Cacciatore di Ombre di Eleonora Rossetti

TRAMA & PERSONAGGI

Nel mondo di Valderic Chaine la salvezza è la luce mentre l’ombra è tutto ciò da cui si deve fuggire. È il buio a nascondere gli shade, gli esseri incorporei che l’uomo ha imparato a cacciare sin da bambino e che si nutrono delle energie degli esseri umani, passando di ombra in ombra. Ma lui, a differenza degli uomini, è uno shad’real, un cacciatore di shade, in grado di sentirli con il suo dono particolare. Il loro strisciare nell’oscurità non è un mistero, ma la caccia è più pericolosa di quanto non si immagini.
Accanto a Valderic ci sono i ricordi e le candele che lo accompagnano, ma arrivato a Treguille dovrà accettare l’aiuto di sconosciuti perché la sua caccia vada a buon fine. Nella piccola città, infatti, gli shad’real non sono ben visti e subito si caccia nei guai. Sarà Norbert, un ragazzino curioso e pieno di inventiva, a salvarlo dalla prigione, chiedendogli di diventare uno shad’real a sua volta. E se la fuga da guardie armate e umani non bastasse, c’è uno sciame di shade pronti a creare un Pozzo e dare vita ad una pestilenza in grado di distruggere due paesi e migliaia di persone. Rimane poco tempo prima che venga ultimato e Valderic presto sarà pronto a rischiare la propria vita per salvare tutti dalla minaccia shade.

Photoset creato da me.

Il Cacciatore di Ombre, come avrete capito, è arrivato quasi per caso tra le mie mani e per mesi ha atteso paziente il suo turno nella mia lunghissima lista di libri da leggere.
Le premesse del romanzo mi ricordavano tantissimo uno degli episodi di Doctor Who, una serie televisiva a cui sono particolarmente legata. In particolare sono stati i cattivi, i Vashta Nerada, creature carnivore che vivono nelle ombre, a ricordarmi gli shade. Sono sempre stata affascinata dalle ombre, dalle creature delle tenebre che infestano persino i nostri incubi, e quindi ero parecchio curiosa di scoprire come Eleonora Rossetti aveva interpretato quegli esseri molto presenti nell’immaginario collettivo.
Il risultato di questa reinterpretazione è davvero molto buono: gli shade mi hanno convinta e spaventata, finendo per catturarmi. Ma – eh sì, c’è un ma – il libro non mi ha conquistata del tutto. E non riuscirete neanche a capire quanto per me sia difficile dirlo, dato che alcune cose mi sono piaciute tantissimo.

I personaggi non hanno brillato come avrei voluto ma non sono neanche stati così pessimi. Valderic, Calysse e Fay sono quelli che ho preferito.
Valderic, giustamente per l’ampio spazio a lui dedicato, ha una piccola marcia in più rispetto agli altri e appare come il personaggio forse meglio caratterizzato. Conosciamo le sue paure, i suoi incubi, i suoi modi di fare molto diretti, persino il suo cuore spezzato e ci affezioniamo a questo protagonista in conflitto con la sua stessa natura.
Calysse è la classica protagonista di cui vorrei leggere libri e libri, adoro i personaggi femminili come lei. Mi è piaciuta tanto con la sua forza e i suoi modi di fare decisi, sempre pronta a prendere in mano la situazione per salvare i cittadini che l’hanno scelta come Reggente. Cito anche Fay come personaggio femminile che mi ha affascinata, pur con pochissime scene ha saputo attirare l’attenzione e far breccia nel mio cuore.
Forse ho trovato meno d’impatto Norbert e Sayn, nonostante soprattutto nel primo si vede un percorso di crescita dall’inizio del libro alla fine.

Un’altra cosa che mi è particolarmente piaciuta del romanzo è la parte dedicata all’amore, che però non è ciò su cui tutto ruota, ma una parte importante del personaggio di Valderic. Non è un amore felice quello che il nostro protagonista vive, ma d’altronde non lo è neanche la sua vita. Sento molti puristi fantasy lamentarsi sempre della presenza dell’amore nei libri, l’ho letto persino in una recensione di questo libro, ma trovo assurdo immaginare un libro con personaggi credibili dove non ci sia amore. Persino Tolkien, che per molti è la Bibbia, ha inserito una storia d’amore ne Il Signore degli Anelli, e andando a scovare ogni fantasy, c’è sempre una storia d’amore se ci sono personaggi a 360° e non piatti. Qui, pur non essendo presente in maniera importante come in altri fantasy che ho letto, l’amore c’è e fa la differenza. È per l’amore che per certi versi mi sono affezionata a Valderic. All’inizio sembrava un personaggio molto piatto ma poi la sorpresa, contenuta non solo nei flashback, mi ha fatto ricredere su di lui. Quindi, sì, l’amore “serve” sempre.

WORLD BUILDING

Veniamo alla parte controversa per me, il world building (e anche parte della trama). Se da una parte mi è piaciuto tantissimo il mondo costruito dalla Rossetti, dall’altra alcune cose non mi hanno convinta.
Gli shade, l’atmosfera, le invenzioni e il World Building in senso molto generale, mi sono piaciuti. C’è poco da dire, tutto funziona abbastanza bene e senza troppi dubbi. Riesco ad immaginare perfettamente la locanda o le prigioni, ma anche casa di Calysse o la foresta vicino alle città. Forse non hanno la stessa ricchezza di particolari di altri WB ma l’azione fa in modo che i luoghi facciano spesso da ‘strumento’ per alcune scene, così che i dettagli siano quelli essenziali che ci permettono di immaginarli.
Il problema arriva quando ho iniziato a pensare a tutte le informazioni mancanti. Infatti mi è un po’ mancato il motivo dell’origine degli shade e degli shad’real, forse anche perché su questo punto i personaggi sono ‘dubbiosi’ quanto me. Mi sono mancati anche altri dettagli, forse minimi, ma che se specificati potevano rendere questo WB ancora più credibile e forte. Più stringiamo nel particolare più si moltiplicano le domande. Il che mi ha fatto persino sorgere il dubbio che questo non fosse esattamente uno standalone. Non conosco Eleonora Rossetti, non so i suoi progetti a riguardo, ma devo dire che avrei preferito considerare questo libro per molti versi come il primo di una serie. Lo immagino più come una introduzione al mondo che come un libro a sé stante. Spero vivamente che continui a scrivere soprattutto perché voglio conoscere le risposte a molte delle domande che mi frullano per la testa.

IL FINALE

Altro motivo per cui credo che il romanzo non sia così standalone è il finale. Conclude la vicenda, o meglio il percorso di gran parte della trama, ma lascia davvero una porta enorme per il futuro. Sono abbastanza certa che sia voluto, per l’appunto, ma rimane un po’ troppo sospeso per i miei gusti. Come ho detto ho avuto quasi la sensazione finale che questo fosse un enorme prequel di qualcosa che ci aspetta di più grande e importante nel futuro.


RIEPILOGANDO…
PRO
CONTRO
  • personaggi ben scritti
  • trama e rielaborazione originale
  • tanta azione
  • alcune parti del world building
  • romance accennata ma efficace
  • primi capitoli scorporati dalla trama
  • stile basso del parlato opposto allo stile alto del narratore
  • tanti pensieri, quasi troppi
  • troppe domande senza risposta per essere uno standalone
  • finale per certi versi molto aperto

Aggiungo a questo riassunto alcune delle note di cui non ho parlato prima, in particolare lo stile dell’autrice e i primi due capitoli. Su questi ultimi, che sono più dei prologhi, dico solamente che per me la scelta non ha funzionato, anzi ammetto che mi hanno un attimo confusa perché non fanno entrare nell’azione quanto il primo capitolo. Secondo me avrebbero funzionato di più come flashback nel corso del romanzo, soprattutto per quanto riguarda il secondo prologo.
Lo stile di Eleonora Rossetti non l’ho trovato completamente negativo, anzi, mi è piaciuto: cattura l’azione e l’essenza di una scena in pochi tratti, oltre ad essere pieno di ritmo e colpi di scena. Ma una delle cose che sicuramente non mi ha fatto impazzire è lo stile basso del parlato, pieno di imprecazioni, rispetto a quello alto delle descrizioni e del narratore. Ho capito benissimo l’idea dell’autrice, di ritrasmettere un’atmosfera di un popolo non colto, ma per i miei gusti era troppo il distacco e credo che avrebbe potuto funzionare anche con un registro basso meno frequente. Stessa cosa vale per i pensieri scritto come un discorso diretto, che sono affascinanti ma a volte interrompevano il ritmo dell’azione.
Per questi due motivi e per le tante domande lasciate aperte ho dovuto togliere qualche punticino al voto finale. Mi è piaciuto ma qualche cosa, almeno per me, non ha funzionato.

Mostri incorporei nell’ombra e guerrieri non del tutto umani pronti a sconfiggerli con la luce: preparatevi ad aver paura del buio dopo aver letto Il Cacciatore di Ombre di Eleonora Rossetti.

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