Cover Lovers, che poi per noi è un motto di vita, un “Carpe Diem” letterario si potrebbe dire. So che è brutto giudicare un libro dalla sua copertina, ma molte volte è la copertina a calamitare l’attenzione di una lettrice accanita come me (o Anncleire), rispetto alla trama che posso anche saltare a piè pari. Ho scoperto libri favolosi e anche pessimi facendomi guidare dalla loro copertina, ma sono pur sempre esperienza da fare (e poi il marketing si sa, punta a quello, attirare il lettore, mettendo della bella merce in mostra).
Ma non parleremo solo delle copertine più belle, bensì di quelle che ci hanno fregate nell’ultima settimana. Quelle per cui siamo finite iscritte a Blog Tour dalle date impossibili, o ci siamo vendute l’anima pur di averle approvate su NetGalley, o semplicemente abbiamo deciso di acquistare accatastando i relativi libri nella pila “da leggere”.
— Cit. dal post della prima settimana, se non l’avete visto recuperatelo qui!
Sono passati due mesi dal mio ultimo Cover Lovers e ammetto che questa rubrica mi manca moltissimo, non solo per il fatto di sentire ogni settimana Anncleire (la mia collega-amica del blog Please Another Book), ma anche perché ogni volta spulciavo per ore le copertine che mi piacevano. E quindi quando la mia “partner in crime” mi ha proposto di fare un’edizione speciale per San Valentino non ho potuto dire di no.
Il libro di oggi è un po’ la mia ossessione del momento, vuoi perché il 13 uscirà il film in Italia, vuoi perché la storia mi interessa davvero molto. E soprattutto credo sia il primo libro tra i Cover Lovers di cui mi piace anche la copertina italiana. Quindi un vero e proprio evento, altro che speciale!
Per un dettaglio in più (ossia la meravigliosa vista notturna dell’Empire) ho deciso di inserire la copertina dell’ultima edizione pubblicata in America. Quella italiana è ugualmente mozzafiato, ma l’Empire è sicuramente uno dei simboli più belli di New York.
In altri Cover Lovers ho sottolineato come il blu (e tutte le sue sfumature) sia il mio colore preferito e qui la fa decisamente da padrone. La coppia al centro della copertina è protagonista ma al tempo stesso un dettaglio di ciò che ha alle spalle. Infine New York, lì un po’ da sfondo, un po’ da protagonista, che rappresenta forse una delle città più belle che ho mai visitato. Insomma la amo!
Di cosa parla “Storia d’inverno” di Mark Helprin?
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Peter Lake è un ladro. Un ladro nella Manhattan dei primi del Novecento in cui la guerra tra bande regala ogni mattina un mucchio di cadaveri a Five Points sul fronte del porto e in luoghi insoliti come campanili, collegi femminili e magazzini di spezie.
Peter lavora in proprio, e perciò non interessa più di tanto alle forze dell’ordine sguinzagliate contro il grande crimine. Sta particolarmente a cuore, invece, ai Coda Corta, una dozzina di sgherri guidati dal feroce Pearly Soames. Pearly ha occhi lucidi e argentei simili a lame di rasoio e una cicatrice che gli solca il viso dall’angolo della bocca all’orecchio. È un criminale e, come tutti i criminali, vuole oro e argento, ma non per amore della ricchezza alla maniera di volgari rubagalline. Li vuole perché brillano e sono puri. Affascinato dai colori, legge i giornali e i cataloghi delle aste, e capeggia i Coda Corta giusto per trafugare opere d’arte «degne di lui», importate dall’Europa a bordo di lussuosi panfili.
Il campo di manovra è troppo ristretto e la posta in gioco troppo alta perché Pearly Soames possa tollerare la presenza di Peter Lake a Manhattan.
Avvezzi come sono all’omicidio e alla corruzione, i suoi Coda Corta l’avrebbero eliminato da un pezzo, se il ladro non avesse un prezioso alleato: un cavallo che sembra una statua eroica, un enorme monumento bronzeo, capace di balzi strabilianti, voli di sei metri di lunghezza e due e mezzo di altezza. Si chiama Athansor e in un giorno d’inverno conduce Peter Lake incontro al suo destino: a West Side, nella lussuosa dimora dei Penn.
Peter si intrufola nella casa con l’intenzione di uscirne con l’argenteria, il contante e magari mezza dozzina di Rembrandt arrotolati. Ne esce col cuore trafitto da una ragazza intenta a suonare al pianoforte una struggente melodia; una giovane donna bella, radiosa, con i capelli scarmigliati raccolti in una treccia e il viso segnato da una spossatezza simile quasi all’ebbrezza o all’abbandono: Beverly Penn.
Romanzo animato da una galleria di personaggi indimenticabili – dal bizzarro reverendo Mootfowl, un artigiano folle, un genio degli attrezzi che accoglie Peter nella sua fucina, all’imponente, grassoccio Craig Binky, che se ne va in giro per New York con il suo «salsicciotto», un piccolo dirigibile floscio – e costellato di luoghi incantati – dalla Grand Central Station, nel cui soffitto Peter ha il suo rifugio, alle paludi, alle baie, ai laghi – Storia d’inverno viene considerata una delle opere più importanti della narrativa americana contemporanea.
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Non conoscevo questo romanzo prima dell’uscita del trailer del film qui in Italia e ora da settimane desidero leggerlo. Inutile dire che la storia è molto interessante (e anche parecchio complessa da quanto ho capito) e il genere si avvicina molto a ciò che più preferisco. Inserite in questo quadretto perfetto la realizzazione del film con attori che adoro (Colin, Russell e la cara Lady Sybil di “Downton Abbey”, Jessica) e una New York che non mi annoia mai (ed è anche parecchio romantica a mio avviso) e avrete il romanzo che il prima possibile sarà tra le mie mani.
E tanto per farvi venire voglia di leggerlo, vi linko il trailer in italiano!
Che ne pensate?
E dato che oggi è un’occasione speciale il Cover Lovers sarà postato anche da due ospiti d’eccezione, Kikkasole di “Testa e Piedi tra le pagine dei libri” e Erika di “Wonderful Monster”. Non so voi ma non vedo l’ora di vedere tutte e quattro le copertine che abbiamo scelto! E infine sul blog della mia carissima Anncleire troverete una sua sorpresa (quando tutte avremo postato)!
Quindi non dimenticate di vedere le copertine che abbiamo selezionato, commentare e scoprire la sorpresa che vi aspetta! 😉