Weekly Dystopia #3 - "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury

“Weekly Dystopia” nasce come
continuazione dei miei “Dystopia Masterpost” (#1 e #2). In questa rubrica parlerò di serie e stand-alone, più o meno conosciuti e raccoglierò informazioni sui libri e sulle eventuali pubblicazioni in Italia.

La scorsa settimana è saltato il terzo appuntamento con Weekly Dystopia, ma mi riprendo subito con il terzo libro della rubrica direttamente dalla mia libreria cartacea. Si tratta di un recente acquisto – shame on me per non averlo acquistato e letto prima – di cui mi sono letteralmente innamorata, dato l’aspetto molto particolare di questa versione, pubblicata da Mondadori per la collana Classici Chrysalide. I bordi sono neri, come bruciati verrebbe da pensare, la copertina è abbastanza accattivante per essere una versione italiana, ma ciò che conta di più è il libro, un vero classico del genere distopico letto e apprezzato ancora oggi dopo più di cinquanta anni dalla sua uscita.

“Fahrenheit 451”Autore: Ray Bradbury

Disponibile in italiano e inglese.

Generi: Classico , Distopia, Science Fiction.


Non è pura e semplice fantascienza, quella di Ray Bradbury.

Il suo è un futuro spaventosamente vicino. Nel presente-futuro di Fahrenheit 451 non si leggono più libri, anzi si bruciano, perché tutti devono essere uguali, e nei libri, invece, si impara la differenza. È un presente dedito al piacere, ai titillamenti in abbondanza, allo svago per lo svago, a forme di distrazione che sanno di dipendenza.

Dove si vuole soltanto essere allegri, spensierati, sereni.

Non pensare. Com’è possibile allora, in una simile società felice, dimenticare di essere felici?

 

Credo che non ci siano molti commenti in più da fare: ammetto che forse non l’ho letto prima perché l’ho conosciuto solo da quando ho iniziato a scrivere sul blog. Come facevo a non conoscerlo? Beh, semplice, non leggevo molta fantascienza o distopia prima di quel momento. Col tempo ho accumulato dozzine di libri, soprattutto classici che vi presenterò nelle prossime settimane.

Ora che l’ho tra le mie mani, sarà il prossimo cartaceo che leggerò!

Curiosità

  • Come non citare il motivo di questo titolo? Per Ray Bradbury quella era la temperatura di accensione della carta. Ma si sbagliava, in realtà la temperatura di accensione della carta dipende dal suo spessore e può variare notevolmente (per una lettera si parla di circa 360 °C).
  • L’idea partì non solo dalla storia recente, nazisti e sovietici, ma anche dalla scoperta da parte del giovane Bradbury della distruzione della Biblioteca di Alessandria nell’antichità.
  • La sua prima versione hardback, in edizione limitata di 200 copie firmate e con due racconti che poi non furono inclusi in altre versioni successive, era rilegata con l’asbesto, o per meglio dire amianto. Così il libro non avrebbe potuto bruciare. Una copia come questa costa ora all’incirca 20.000 dollari. Però Bradbury non fu l’unico per cui furono prodotti libri in questo modo, anche Stephen King ha fatto realizzare 26 copie del suo libro “Firestarter” in asbesto.
  • Non tutte le recensioni al libro furono positive e persino il New York Times non rimase molto impressionato dal romanzo. Inoltre in alcune occasioni il libro di Bradbury è stato bannato o censurato da genitori e insegnanti. Uno dei casi risale addirittura al 2006, quando una madre si oppose alla lettura perché considerava offensive le posizioni prese dall’autore sul Cristianesimo e la descrizione che aveva dato sul bruciare la Bibbia.
  • Il romanzo è stato adattato in numerosi modi: film, opere teatrali, graphic novel, alla radio e persino un gioco testuale per computer.
  • Esiste una sua versione audiolibro letta dall’autore stesso, che ha ricevuto un premio.
  • Altri lavori correlati a questo di Bradbury sono: “A Pleasure to Burn”, una raccolta di 16 lavori che prefiguravano Fahrenheit. Tra i racconti ritroviamo “The Pedestrian”, “Bright Phoenix” e “The Fireman”, citati dall’autore stesso come base per il suo romanzo. Nella versione con l’amianto erano incluse poi due short stories: “The Playground” e “And the Rock Cried Out”.

E voi che ne dite? Lo avete già letto?

Aspetto come al solito i vostri commenti e ci vediamo alla prossima settimana con un appuntamento anticipato di qualche giorno.

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