Recensione: “When the world was flat (and we were in love)” di Ingrid Jonach

Primo romanzo YA dell’autrice australiana Ingrid Jonach, “When the world was flat (and we were in love)” è concepito per essere uno stand-alone, anche se la stessa autrice ha rivelato di essere al lavoro su un altro romanzo che potrebbe fare da sequel. Spiccatamente romance e sci-fi al tempo stesso, sa attrarre sin dal suo titolo perfettamente coerente con la storia che racconta. Questo libro è disponibile solo in inglese al momento ed esce il 3 settembre di quest’anno. 

Per maggiori informazioni sull’autrice e i suoi lavori vi rimando al suo sito internet (qui).

Ho ricevuto l’ARC di questo libro grazie a NetGalley e alla casa editrice Strange Chemistry in cambio di un’onesta opinione.

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ISBN: 9781908844590

Prezzo: 5.49 GBP

Edizione: Ebook

Casa Editrice: Strange Chemistry

Data di pubblicazione: 3 settembre 2013

Lingua: Inglese

Sinossi: Looking back, I wonder if I had an inkling that my life was about to go from ordinary to extraordinary.

When sixteen-year-old Lillie Hart meets the gorgeous and mysterious Tom Windsor-Smith for the first time, it’s like fireworks – for her, anyway. Tom looks as if he would be more interested in watching paint dry; as if he is bored by her and by her small Nebraskan town in general.

But as Lillie begins to break down the walls of his seemingly impenetrable exterior, she starts to suspect that he holds the answers to her reoccurring nightmares and to the impossible memories which keep bubbling to the surface of her mind – memories of the two of them, together and in love.

When she at last learns the truth about their connection, Lillie discovers that Tom has been hiding an earth-shattering secret; a secret that is bigger – and much more terrifying and beautiful – than the both of them. She also discovers that once you finally understand that the world is round, there is no way to make it flat again.

An epic and deeply original sci-fi romance, taking inspiration from Albert Einstein’s theories and the world-bending wonder of true love itself.

Recensione

Quando a Green Grove in Nebraska arriva un nuovo ragazzo, la notizia fa subito il giro del paese e diventa l’argomento del giorno, stimolando l’immaginazione della popolazione femminile del liceo della cittadina. Lillie, però, ha ben altri pensieri per la mente: ogni sera sogna di essere uccisa da una misteriosa figura e questi incubi dureranno per tutta l’estate. La sua vita non è propriamente quella di una normale ragazza di provinciale: non conosce suo padre, sua madre è appassionata di magia New Age (e di fatto non è neanche un ottimo modello genitoriale) e il suo gruppo di amici è ristretto solo a due persone, Sylv e Jo, due ragazze molto diverse da lei. 

La sua vita cambia quando incontra Tom, il nuovo ragazzo, di cui rimane attratta sin da subito, credendo quasi di conoscerlo di persona. Tom è silenzioso, sulle sue, quasi un Mr. Darcy dei tempi moderni, non sembra interessato a Lillie, ma la guarda ogni tanto di nascosto. 

La storia viene raccontata dagli occhi di Lillie, la ragazza appassionata di fotografia che rimane folgorata dalla “novità” rappresentata dal bel tenebroso Tom, soprattutto dato che il ragazzo sembra decisamente non voler ricambiare i sentimenti. 

Una serie di eventi porterà i due ad avvicinarsi e Lillie a porsi sempre più domande riguardo il suo assassino e ai motivi per cui conosce così tante cose del nuovo arrivato, dal motivo per cui ha una piccola cicatrice su suo mento o addirittura sul suo strano accento. 

Lillie non è un personaggio forte, non la eroina senza macchia che salva tutto e tutti, ma piuttosto appare, per detta anche di Tom, la damigella in pericolo, quella che ha bisogno di essere aiutata. Forse è per questo che ho empatizzato con lei a tratti, trovandola a volte un po’ troppo tra le nuvole quando si parla di Tom. Ho apprezzato di più il personaggio di Tom, con una personalità molto più complessa e le cui scelte vengono ampiamente giustificate dal suo passato. 

Purtroppo, tranne il loro iniziale rapporto amore-odio e le loro conversazioni, non hanno saputo rispecchiare il rapporto Lizzy-Mr.Darcy che mi sarei aspettata da loro (per stessa ammissione dell’autrice che ha detto di essersi ispirata ad “Orgoglio e Pregiudizio”). Di personaggi interessanti dal punto di vista narrativo ce ne sono tanti, soprattutto Sylv e Jo, anche se le stesse finiscono per essere stereotipate e fissate nel modello di “ragazza troppo facile” e “maschiaccio” (un po’ come la Jo di “Piccole Donne”). 

Ho trovato che l’elemento sci-fi, sebbene centrale, passi un po’ inosservato rispetto alla romance. Dato che si tratta di uno stand-alone mi sarei aspettata alcune spiegazioni e qualche domanda in più da parte di Lillie. E soprattutto la fine mi ha lasciata perplessa, quasi come in presenza di un cliffhanger, spero proprio che il sequel sarà in grado di rispondere a tutte le domande che mi frullano per la testa in questo momento. 

Il romanzo è ben scritto, con un sacco di lessico giovanile e un bel po’ di battute a sfondo sessuale dell’incontenibile Sylv. E soprattutto verso la fine il ritmo sale sempre più, tanto da non farti lasciare il romanzo fino alla fine. 

Consigliato: a chi ama le romance, ovviamente, e a chi apprezza le sci-fi (in particolare quelli che parlano di universi paralleli).

Voto: 3.5 su 5 Gocce (buona lettura)

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