Cover Lovers #75: “La voce delle cose perdute” di Sophie Chen Keller

Cover Lovers #75: “La voce delle cose perdute” di Sophie Chen Keller
In questa rubrica, ideata da me e dalla mia collega super fantastica Anncleire di Please Another Book, vi parlerò delle copertine che più mi hanno colpito durante questa settimana, che provengano da Blog Tour, NetGalley o solo dalla mia TBR.

Buon venerdì, Petrichors!

Torna l’appuntamento con le copertine della settimana. Devo dire che stavolta la scelta è ricaduta su una cover made in Italy che ha realizzato uno dei miei bookstagrammer preferiti, Gatsby_books. Se non lo conoscete, dovete assolutamente seguirlo, perché le sue foto spettacolari riescono a trasmettere in modo unico la trama del libro e la storia che c’è dietro. Sono rimasta folgorata da questa copertina sin dalla prima volta che l’ho vista e di recente ho avuto modo di sfogliare il libro e scoprire che tratta tematiche interessanti.

I tre indizi di oggi sono New York, diversità ed emarginati. 

Purtroppo la qualità dell’immagine della copertina vi fa goder meno della sua bellezza, ma vi assicuro che è fantastica dal vivo. Gatsby ha un gusto incredibile nel fotoritocco e questa cover ne è la prova: equilibrata, non eccessiva, interessante.
La voce delle cose perdute di Chen Keller Sophie è ambientato nella New York delle umanità varie dove la diversità, per chi la sa osservare, diviene ricchezza. In questa città ferita ma resiliente esiste una pasticceria speciale dove l’animo e i dolori del corpo vengono curati con i dolcetti, con i biscotti e delle torte speciali. Le ricette sono frutto di un libriccino che una mendicante ha lasciato alla proprietaria della pasticceria in una notte d’inverno. Quella donna coperta di stracci dopo aver chiesto e ottenuto riparo se n’è andata senza lasciare traccia lasciando quel prezioso ricettario forse come dono dell’accoglienza ricevuta. Da allora i dolci di quel luogo sono magici: i biscotti curano i reumatismi, le gallette migliorano l’umore e ogni prelibatezza culinaria serve a porre rimedio ad un dolore. Ma un giorno il libriccino sparisce e allora tocca al figlio della pasticcera, il dodicenne Walter, ritrovarlo. Walter però non ama il contatto con gli altri, ha un disturbo che gli impedisce di parlare bene e le prese in giro dei suoi coetanei lo hanno costretto al silenzio. Così Walter osserva il mondo, ma non sente di viverlo davvero. Per questo quando deve affrontare la città di New York in compagnia del suo cane Milton si sente spaventato e impaurito da una città così straordinariamente varia e incomprensibile. Per la strada Walter conoscerà gli invisibili, quelli di cui nessuno si accorge e la scoperta che la vita è sempre meravigliosa e sempre preziosa lo porterà a ritrovare il libriccino della madre e finalmente a ritrovare la sua voce per svelarla al mondo. La voce delle cose perdute di Chen Keller Sophie è un prezioso omaggio alla dolcezza dell’esistenza e offre parola agli emarginati.

Mi piace molto l’idea di base del libro: dare la parola agli emarginati e alla diversità attraverso forse una delle cose che più ci caratterizza, il cibo. Non è il primo libro che lo fa, ma per essere un contemporaneo il libro di Chen Keller Sophie sembra viaggiare sul piano magico-realistico. Il libro è già uscito e lo trovate qui.

Che ne dite? Lo trovate interessante?

Non dimenticate di visitare il blog della mia carissima Anncleire con le copertine che l’hanno colpita di più.

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